
DSA sono stati riconosciuti e definiti dallo Stato Italiano con la legge 8 ottobre 2010 n. 170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”. Per maggiori informazioni ci si può collegare al sito del MIUR LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170
La materia dei DSA è di interesse e competenza specifica degli Psicologi, poichè si parla di: “processi di apprendimento, la psicopatologia cognitiva in Età evolutiva collegata ai processi neuropsicologici disturbati ed i riflessi sul comportamento e sulla personalità dei bambini che ne sono affetti” (Micozzi, ott. 2011).
Eccone brevi definizioni.
È il disturbo specifico di lettura (a voce alta) e si caratterizza per la difficoltà a effettuare una lettura accurata e fluente in termini di velocità e correttezza.
Riguarda il disturbo nel manipolare i numeri, nell’eseguire calcoli rapidi a mente, nel recuperare i risultati delle tabelline e nei diversi compiti aritmetici.

Disturbo della comprensione del testo (DCT) si veda anche Valutazione e Diagnosi.
I bambini con tale disturbo non hanno problemi nella decodifica, mentre faticano a capire ciò che leggono. Questo in presenza di adeguate abilità cognitive generali (QI – Quoziente di intelligenza).

La diagnosi è l’esito finale di un processo valutativo. Permette di inquadrare in problema da un punto di vista descrittivo e funzionale specifico a seguito di utilizzo di strumenti (test e prove di livello) attendibili, affidabili e validi per specifiche abilità (lettura, scrittura e calcolo).
In Italia già prima della Legge 170, del 2010 che riconosce e definisce i DSA la discussione tra esperti era stata molto ricca e proficua; era stato stilato un documento Indicazioni per la pratica clinica (2007) poi aggiornato nel 2012 e poi le Linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità (https://bit.ly/2rfVIMx).
Da tali documenti di Consenso ci sono indicazioni chiare sulla valutazione e la diagnosi e sugli strumenti da utilizzare per la diagnosi.
Lo psicologo (anche il neuropsichiatra Infantile) che si approccia a tale materia deve tenere conto di tali indicazioni che provengono da risultati scientifici Evidence Based (basati sull’evidenza della ricerca).
Per fare una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento o Disturbo della Comprensione del Testo (DCT), bisogna servirsi di specifici test che misurino con accuratezza le prestazione del soggetto a specifiche prove (dette oggettive).
I punteggi registrati vengono confrontati con quelli di un campione normativo della stessa età o livello di scolarizzazione del soggetto sottoposto alle prove e in funzione dello scostamento dei punteggi del soggetto dalla media (o la posizione percentile) si possono fare delle valutazioni in merito alla presenza o meno del disturbo.

Non vi è apprendimento senza motivazione, quantomeno un apprendimento esplicito. La motivazione può partire dal soggetto per il piacere intrinseco di imparare (motivazione intrinseca), al fatto che il compito è sfidante per il soggetto; la motivazione può essere estrinseca cioè legata ad un vantaggio che il soggetto può ottenere portando a compimento un compito di apprendimento. Naturalemnet alla motivazione concorrono fattori di contesto, obiettivi di sviluppo, livelli di autostima e autoefficacia individuali relativi il compito specifico.
E’ importante focalizzare l’attenzione sulla motivazione poichè proprio lavorando sul tipo e il livello di motivazione è possibile promuovere l’impegno collegato al compito, l’assiduità nel lavoro e lo sforzo per l’apprendimento, l’impegno e la capacità di sopportare le frustrazioni durante il percorso apprenditivo.

Sono tutti quegli strumenti che promuovono (migliorano, motivano e facilitano) l’apprendimento. Vanno dalla carta e matita fino alle Tecnologie Informatiche e della Comunicazione (le TIC), cioè i software per la scrittura (wordprocessor), i programmi di audiolettura, quelli per rappresentare i contenuti semplificati (mappe mentali), o programmi che mediante il gioco aiutano a potenziare abilità specifiche. In contesti abilitativi e riabilitativi sono utilizzati software specifici che hanno la finalità di stimolare specifiche abilità e potenziare le capacità.
Conoscere le potenzialità di tali strumenti e associarle ad una didattica individalizzata o personalizzata significa tenere in debito conto le differenze individuali che diventano risorse piuttosto che limiti.
Per esempio per una persona può risultare più facile apprendere mediante l’ascolto e non la lettura (che prevede una transocdifica visiva in codice fonologico), o avere un stile di apprendimento globale e non analitico, quindi è più utile far ascoltare i contenuti e rappresentarli mediante mappe mentali o mediante immagini o metafore.

La scuola della Autonomia (legge 15 marzo 1999, n.59) prevede che nella didattica si concretizzino gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscendo e valorizzano le diversità, promuovendo le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo. A tale proposito è utili che la scuola sapoia progettare iterventi formativi che siano personalizzati e individalizzati, e che faccinao riferimento a specifici obiettivi.
Risulta particolarmnete utile quindi che la scuola collabori con un esperto psicologo per promuovere processi di apprendimento, di motivazione, di integrazione-inclusione mediante progetti mirati e flessibili.
Gli insegnanti, nonostante si aggiornino continuamente, non hanno conoscenze specialistiche approfondite, nè titolo che permettano di fare una valutazione e una diagnosi da cui partire per approntare, anche in collaborazione con le famiglie degli alunni, progetti mirati.